Dedicato a Monica Paulon e al suo sentimento per l'arte.
di Letizia Omodeo Salè, pittrice 
Quando ho visto i lavori di Monica adagiati sul tavolo del mio laboratorio, ho colto la delicatezza e la forza di un linguaggio artistico per me sorprendente. Ho visto come il colore diafano della seta e il biancore di una lana incontaminata possano dialogare tra le pieghe di un panneggio. È lì che ho udito il colore «cantare», quel colore che ogni pittore vorrebbe non solo vedere, ma udire, appunto: nella naturalezza di materiali semplici, combinati per frammenti che l'autrice ha visto, raccolto, trasformato, ecco nascere una veste nobile, inaspettata, una veste che dà forma ai nostri ideali più belli. Il lavoro che chiama a raccolta le api, poi, lo trovo un omaggio alla vita, alla fertilità, all'ideale di un consorzio veramente «umano».
 Non è simbolo, non è metafora, è azione efficace perché chi guarda veda quanto può essere poetica la realtà, ma soprattutto vera. Questa realtà sta a noi crearla, è nostro compito, è nostra responsabilità, e il primo gesto creativo efficace è il nostro pensiero capace di dar forma passando per le mani sottili dell'artista che è in noi.
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