SOFFI DALLE MIE TRAME: i teli di Monica Paulon
L’infinita sapienza del fare e del tramandare quale straordinario potere di mani femminili che, senza l’uso dell’ago, creano bellezza e meraviglia.
Il filo come metafora della sostanza pulviscolare del mondo.
Opere di arte povera di rara intensità. Presenze silenziose e impalpabili, ombre di alberi, di foglie e di radici che ci portano lontano da una frequentazione ordinaria delle apparenze di realtà.
I delicati feltri di Monica Paulon intrattengono un rapporto con l’ineffabile: muovono verso frequentazioni di litorali tra visibile e invisibile, tra finito e infinito.
L’artista esplora e asseconda le potenzialità espressive dei filati attraverso un agire gestuale lontano dall’ idea di trama e ordito; essa aggrega, stratifica e ingloba fili di sete, lane e organze, aprendo frontiere verso la pittura informale e dischiudendo porte e finestre su di un altrove.
Nel suo linguaggio creativo, il felting, che appartiene alle origini storiche, anzi preistoriche dell’umanità, si trova l’essenza della pittura moderna: rifiuto della prepotenza e imperiosità della linea retta e aderenza all’esperienza colorica, emotiva e poetica del sublime estetico di Turner unita alla grande idea di Natura en plein air e alle variazioni sul tema del Monet delle Ninfee.
Punto di partenza per la sua ricerca resta la verità naturale e materiale dei filati di scarto che rivivifica pazientemente con la complicità dell’acqua, ma soprattutto con la religiosità rituale e la profonda coscienza di avvicinare il caos primigenio e con esso tutto ciò che è nascente.
Nei teli di Monica i bordi non vedono limite, tuttavia la scelta dei quadrati nella sequenza del Fibonacci impone una successione aurea e una euritmia classica in grado di contrastare il caso. E’ così che queste impalpabili trame non raffigurano, ma evocano idee di natura diversa da quella che conosciamo, costruiscono corrispondenze ed assonanze universali in grado di travalicare i concetti di spazio-tempo: la loro più intrinseca effimera qualità compositiva sta nel non avere la prospettiva in una completa identità tra l’opera e lo spettatore si impone una esperienza immersiva e totale: vi entriamo camminando come si entrasse in un giardino dove in un clima creativo palpitante, la fluidità e la leggerezza ci sospingono verso l’inatteso.
Le trame sensuali di Monica Paulon travalicano i confini della pittura e della scultura e ci portano nel campo elettivo di una avventura emotiva interiore: aprono finestre sull’anima. L’autrice imprigiona in una struttura segnica, con le mani, i sensi e la mente, la fuggevole esistenza delle nuvole, dei rami, dei fiori, dei petali, delle foglie, della pelle, ecc.. insomma di tutto ciò che vive e muta.
Panica poesia dell’attimo che trascorre intrecciata in fili di sete; sensuali miraggi di soffi e riflessi di acqua, aria e luce imprigionati nell’organza; arcane orografie di paesaggi di ogni tempo e di ogni luogo rinnovate nella tela; carnali piogge di petali e soavi voli di piume e capelli quali magici intrecci di segni femminili che infondono vita a vecchie realtà minacciate di morte.
Dal rapporto con l’esistente, dal piacere del “fare” Monica, frequentando i territori dell’estetica, costruisce nuovi, palpitanti e seducenti mondi in movimento per tramandare leggerezza e felicità
qui ed ora.
Eles Iotti
WAFTING THROUGH MY WEAVINGS:
The infinite knowledge of handcrafting and the ability to hand down the extraordinary powers of women’s hands, which, without sewing needles, create beauty and wonder are informed by Monica Paulon’s works. Thread is a metaphor for the barely perceptible substance that makes up the world.These are works of arte povera of a rare intensity. Silent and elusive presences, shadows of trees, leaves and roots, which take us far from an ordinary encounter with the appearance of reality.These delicate works in felt by the artist communicate with the ineffable: they advance towards littoral zones that exist between the visible and the invisible, between the finite and the infinite. The artist explores and indulges in the expressive potential of the fibres through the use of gestures which are far from the concepts of warp and weft; she assembles, layers and englobes threads of silk, wool and organza, opening frontiers comparable to informal painting and opening doors and windows to another place altogether. In her creative language, felting, which has historical, indeed prehistorical origins, is found the essence of modern painting: the rejection of the arrogance and imperiousness of the straight line and adherence, instead, to the experience of colour, emotive and poetic, of the sublime aesthete William Turner, combined with the idea of nature en plein air and variations on this theme in Monet’s Water Lilies. The point of departure of her research is the natural and material truth found in the discarded filaments which she patiently revives with the help of water, but most importantly, using a kind of religious ritual and deeply aware of being on the verge of primeval chaos, and with this, all that will come into the world. Monica’s works have no borders, though her choice of squares with sizes in the Fibonacci sequence, conforming to the golden mean and classic rhythms, are capable of imposing some boundaries. As such, these impalpable weavings do not represent, but rather evoke, ideas of nature which are different from what we believe we know. They create universal correspondences and assonances able to bypass the concepts of space and time: their most ephemeral innate compositional quality is in their lack of perspective. A total bond between the work and the viewer is ensured by the immersive and total experience: you enter as if into garden where the creative atmosphere is pulsating, and fluidity and weightlessness push us towards the unexpected. Monica Paulon’s sensual works cross the borders between painting and sculpture, leading us to the possibility of having an interior emotional adventure: they open windows into the soul. The artist imprisons the fleeting existence of clouds, branches, flowers, petals, leaves and skin, etc., indeed all that lives and changes, into a symbolic structure by using her hands, senses and mind. She places moments of poetry into threads of silk; sensual mirages of breezes and reflections in water, air and light are imprisoned in the organza; arcane topographies of landscapes from all times and places are renewed in the works; carnal showers of petals and delicate flights of feathers and hair are like magic weavings of female gestures that in stil life into the ancient realities which are threatened by death.Through her relationship with material things, and the pleasure of making things with her hands, Monica, explores the aesthetic world, building new, pulsating, seductive and always shifting worlds, in order to communicate lightness and blissfulness in the here and now.
Eles Iotti
