L’artista introduce il visitatore in un percorso di consapevolezza nel mondo di queste meravigliose creature che, attraverso il loro lavoro, impollinano le coltivazioni da cui dipende la nostra alimentazione. Che donano all’uomo miele, polline, cera, pappareale, propoli e persino il loro veleno come rimedio. 
Monica Paulon ci fa entrare nel colore e nel calore di un alveare, e ci mostra quanto siano stupefacenti queste laboriose figlie del sole e del cosmo, semplicemente attraverso un’installazione che coinvolge tutti i sensi: il senso della vita, del movimento, dell’equilibrio, del tatto; quello del calore, del gusto, dell’odorato e della vista; il senso dell’udito, della parola, del pensiero, per arrivare infine a quello dell’io.
È come entrare in un alveo protetto in cui sentirsi bene, respirando la rassicurante dolcezza della cera d’api, toccandola con mano e assaggiando le perle di polline o l’ambrosia del miele. 
Come le api, l’artista bottina qua e là i materiali e li nobilita per creare le sue opere d’arte tessile, senza lasciare alcuna impronta del suo passaggio. Fili di seta giallo oro recuperati da una tessitura segnano il prezioso lavoro di questi operosi insetti.
 I Pannelli in organza di seta svelano un sorprendente universo. Innesti di lana cardata, infeltrita con il calore delle mani, l’acqua e il sapone, tracciano e ricalcano la sezione esagonale in cui sono inscritte le celle dei favi, costruiti dalle api seguendo le leggi di una geometria preconizzata. 

Un’installazione artistica prodotta unicamente con materiali organici: per produrre le opere non è stata usata energia elettrica, i tessuti di scarto sono stati tinti con lo zafferano, pigmento naturale che non ha bisogno di mordenzatura.


I 12 pannelli cm.70x270cm.

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